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sabato 9 marzo 2013

"Così la bomba ci ha colpito" Parla uno dei ragazzi feriti





di FEDERICA CRAVERO
"MI SONO venuti incontro dicendomi "Guarda qui cosa abbiamo trovato"... Io ho provato a dire a Lorenzo "Lascia stare, non sai cos'è. Portala a tua nonna, magari lei lo sa" perché era lei che una volta coltivava il campo". Stefano Clemente, 18 anni, non ha fatto in tempo a mettere in guardia gli amici che l'ordigno è esploso. Una bomba a mano Breda modello 35. I suoi genitori erano a casa quando, come tutto il paese di Novalesa, hanno sentito un forte boato. Non capivano cosa potesse essere stato, ma pochi secondi dopo è suonato il telefono ed era il figlio Stefano: "Qui è scoppiato qualcosa".
Non immaginavate fosse una granata?
"Assolutamente no. Loro l'avevano già vista l'ultima volta che erano andati al campo, ma io non c'ero. E quando l'hanno rivista, lì per terra, vicino al capanno di pietra, Nicolas l'ha presa e si è avvicinato a me con quella cosa in mano".
Che aspetto aveva?
"Sembrava un contenitore di metallo, grande come una lattina, più o meno. In ogni caso non sembrava un oggetto così vecchio: forse era stato riparato a lungo e poi per qualche ragione è venuto fuori. La parte sopra era un po' arrugginita, ma la parte centrale era rosso brillante, come fosse stata verniciata da poco. Il fondo, invece, sembrava dovesse svitarsi".
Ed è quello che hanno cercato di fare Nicolas e Lorenzo?
"Forse sì o forse hanno tolto la linguetta che c'era sul tappo. Non so nemmeno se Nicolas l'avesse in mano o se l'avesse appoggiata su una pietra. Non lo so con certezza perché io mi sono allontanato di un paio di metri dietro di loro. Ed è quello che mi ha salvato".
Aveva paura?
"Bhè, non mi convinceva che volessero aprire quella cosa perché non sapevamo cosa fosse. Gliel'ho detto di non farlo, di portarlo alla nonna di Lorenzo che forse sapeva cosa fosse perché il campo è suo. Però non ho insistito e mi sono allontanato di qualche metro".
E cos'è successo?
"C'è stato subito un botto. Forte, ma devo dire che per essere una bomba mi immaginavo un rumore più impressionante. L'onda d'urto mi ha un po' spostato, ma senza farmi cadere".
Ha sentito dolore?
"No, subito per niente. Solo quando mi sono guardato i pantaloni li ho visti tutti bucherellati e sporchi di sangue. Invece Lorenzo e Nicolas gridavano che non ci vedevano più... Nicolas in particolare credo si sia reso subito conto di quanto era grave perché continuava a dire "Cos'abbiamo fatto, mi sono rovinato la vita". Abbiamo chiamato i nostri genitori, poi Nicolas mi ha chiesto di chiamare l'ambulanza. "Sto morendo", mi diceva... Adesso chissà quando li rivedrò...".
È stato lei a chiamare i soccorsi?
"Sì, ho fatto il numero del 118 e in quel momento sono arrivate anche due guardie forestali ed è stata una fortuna perché io non riuscivo a spiegare la strada per arrivare".
Andavate spesso al campo?
"Sì, volevamo fare qualche soldo piantando le patate da vendere in autunno alla fiera. Loro fanno agraria, io no, sono al quarto anno dell'Itis, ma era un modo per fare qualcosa insieme. Lo scorso autunno avevamo bruciato le sterpaglie e tornavo sempre a casa con una puzza di fumo addosso. Invece l'altro giorno dovevamo mettere la rete per proteggere il campo dagli animali. Avevamo quasi finito, stavamo per andare via".
Sempre voi tre?
"Non solo, eravamo in tanti. Stavolta doveva esserci anche il nostro amico Stefano, ma poi all'ultimo è andato assieme a suo padre a tagliare la legna. Invece altre volte c'era il fratello piccolo di Lorenzo, con i suoi amici: hanno dieci anni, se ci fossero stati anche loro non so cosa sarebbe successo... Sarebbero stati sicuramente lì davanti a curiosare".
 Fonte:
http://torino.repubblica.it/cronaca/2013/03/04/news/cos_la_bomba_ci_ha_colpito_parla_uno_dei_ragazzi_feriti-53816852/

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