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mercoledì 30 ottobre 2013

Le armi chimiche stanno contaminando le spiagge della Crimea


 I lavori di ricerca e di neutralizzazione dei residui delle armi chimiche in Ucraina sono in corso dalla metà degli anni 90 del secolo scorso. Inizialmente si prevedeva di portarli a termine entro il 2002, ma poi i tempi erano stati posticipati due volte - prima entro il 2006 e poi – entro il 2010. Al momento si è riusciti a realizzare meno della metà dei lavori programmati. Ma il Consiglio dei Ministri dell’Ucraina ha deciso di non prolungarne l’attuazione.
La situazione è veramente molto delicata, anzi implica una reale minaccia all’ambiente della regione,- dice il professore Tenghiz Borissov, Presidente del Comitato per lo svolgimento dei lavori subacquei di destinazione speciale.
Trascorsi tanti anni, a causa dell’ambiente assai aggressivo, questi contenitori, sicuramente, si sono rovinati e il loro contenuto è finito nell’acqua. Un paio di anni fa sono stati effettuati gli studi su ordine del Governo ucraino e, a quanto mi risulta, sono stati individuati più di 500 contenitori. Comunque, non è stato deciso cosa fare con essi.
In Crimea la notizia secondo cui la costa della Penisola e le acque del Mare Nero e del Mare d’Azov vengono contaminate dagli aggressivi chimici è stata smentita. L’informazione sulle botti di agenti chimici, a quanto pare, riemergerà prima dell’inizio della prossima stagione balneare in Crimea,- ritiene il deputato del Consiglio Supremo della Crimea Oleg Rodivilov, vice Direttore della filiale ucraina dell’Istituto di studi sui paesi della CIA.
Quest’anno sono comparse le notizie che sarebbero state rinvenute delle munizioni a bordo di una nave da guerra affondata negli anni della Seconda Guerra Mondiale - ad una profondità di oltre un chilometro. Nessuno l’ha recuperata e, naturalmente, nessuno l’ha esaminato ad una simile profondità. Tanto più che nel Mare Nero ad una profondità di oltre 200-300 metri c’è l’idrogeno-solforato. Come ufficiale di carriera posso dire che a distanza di 70 anni non è il caso di parlare di un problema di munizioni chimiche ad una simile profondità e in un simile ambiente aggressivo.
Intanto gli ambientalisti stanno suonando l’allarme. Nello Stretto di Kerch il contenuto dei prodotti di disintegrazione degli aggressivi chimici in un campione d’acqua supera la norma consentita di tre volte e mezza.
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