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sabato 7 settembre 2013

7 settembre 1940: inizia la battaglia di Londra


Una pioggia di bombe su Londra. Il 7 settembre 1940, infatti, iniziava uno dei momenti più difficili per la capitale inglese durante la seconda Guerra Mondiale: la Luftwaffe, l’aviazione del regime nazista, avviò una campagna militare di inaudita violenza.
Quella che era la battaglia di Inghilterra si trasformò nella battaglia di Londra. I tedeschi avevano avviato in estate i bombardamenti aerei Oltremanica per colpire l’avversario britannico. La recrudescenza dell’azione militare portò all’attacco sulla capitale, condotto nelle ore diurne e durato per quasi un mese. Le operazioni furono comandate direttamente da Göring, uno dei leader del regime.
I nazisti volevano colpire prima di tutto psicologicamente gli avversari che avevano dimostrato una grande capacità di reazione, abbattendo centinaia di caccia della Luftwaffe e continuando la produzione industriale. Gli ordigni furono sganciati anche verso Buckingham Palace, sulla cattedrale di Westminster e sul Parlamento.
Secondo quanto riportano gli storici, tra il 7 settembre e il 5 ottobre su Londra furono lanciati di giorno 50 milioni di libbre di esplosivo. Il bilancio fu drammatico con 7mila morti e oltre 10mila feriti.
La battaglia, nel contesto della Guerra Mondiale, non fu una delle peggiori, ma segnò un momento fondamentale sulla “tenuta” degli inglesi alla furia conquistatrice di Hitler
Fonte:
http://www.iljournal.it/2013/7-settembre-1940-inizia-la-battaglia-di-londra/504563

Ordigno bellico in mare, allarme a Savelletri


FASANO- Un presunto Ordigno bellico è stato rinvenuto nella acque di Savelletri, Fasano. A circa 13 metri di profondità. Per questo motivo, da ieri, la capitaneria di porto di Brindisi ha diramato un’ordinanza che fa divieto di balneazione e di navigazione nelle acque che interessano il luogo del ritrovamento sino al giorno in cui verranno ultimate tutte le regolari procedure di rimozione dell’ordigno e di bonifica, compito questo affidato al Nucleo Sdai della Marina Militare, di concerto con i mezzi a disposizione della guardia costiera e delle forze dell’ordine.
L’intera zona, di fatto, è stato interdetta alle navi di passaggio, ai pescatori,villeggianti e turisti. La capitaneria si occuperà del recupero e del successivo brillamento dell’esplosivo che si trova a circa un miglio dal porto.
Fonte:
http://www.trnews.it/2013/09/07/ordigno-bellico-mare-allarme-savelletri/12358958

venerdì 6 settembre 2013

11 settembre del 1943 le bombe su Frosinone


L’11 settembre è la data che tutto il mondo ricorda per quello che è stato il più violento attacco terroristico della storia.
I ciociari però, ed i frusinati in particolare, dovrebbero ricordare quella data perché fu proprio l’11 settembre del 1943 che Frosinone fu bombardata per la prima volta.
La città fino ad allora aveva vissuto la seconda guerra mondiale quasi in sordina, non era mai stata teatro di battaglie né di attacchi aerei. L’8 settembre del ’43 la svolta: l’Italia firma l’armistizio con gli alleati ed i tedeschi la occupano militarmente.
La stessa sorte subisce Frosinone, che fino ad allora aveva visto i tedeschi solo come utilizzatori del proprio aeroporto militare. Ma dopo l’otto settembre i militari germanici occupano la prefettura, gli alberghi Bellavista e Garibaldi ed in pratica tutte le principali vie di comunicazione, la Casilina e la ferrovia. Poco più a sud, a Cassino, si formerà la famosa linea Gustav, una linea invalicabile che per mesi blocca l’avanzata degli alleati. Proprio questi ultimi per interrompere i collegamenti con Cassino bombardano anche Frosinone: erano le 22.00 quando i bombardieri americani lanciarono centinaia di bombe sulla città. Poco più di un centinaio i morti, la maggior parte dei frusinati si erano già allontanati, ma alla fine della guerra Frosinone risultò il capoluogo di provincia più distrutto d’Italia. Per rievocare quel 11 settembre, a 70 anni di distanza, l’amministrazione comunale ha voluto organizzare un evento. Alle 20.30 un corteopartirà da piazza VI Dicembre per raggiungere piazzale Vittorio Veneto. Durante la marcia suonerà la banda musicale “Romagnoli”. Alle 21.00 sarà diffuso il suono della sirena, l’allarme dell’attacco aereo. Quindi, dopo l’intervento del sindaco si svolgerà la prima parte del concerto dell’orchestra sinfonica del conservatorio Licinio Refice di Frosinone e lo storico Maurizio Federico racconterà i drammatici momenti del bombardamento. Alle 22.00 suonerà ancora l’allarme, dopodiché si rispetterà un minuto di raccoglimento. A seguire, lettura delle testimonianze dell’epoca e la seconda parte del concerto. Durante la celebrazione saranno anche proiettati immagini e filmati dell’epoca.
Fonte:

Lago di Albano: martedì al via rimozione di ordigni bellici


Roma - Martedì 10 settembre a partire dalle 10 inizieranno le operazioni di despolettamento e distruzione degli ordigni bellici rinvenuti sull'arenile del lago Albano nel comune di Castel Gandolfo. Lo comunica la prefettura di Roma. Alle 8 sono previsti il posizionamento delle forze dell'ordine ai posti di blocco esterni all'area da evacuare e l'inizio presidio degli operatori dei servizi erogatori di utenze domestiche. Alle ore 8.30 inizieranno le operazioni di evacuazione della popolazione residente (circa 500 persone compreso il personale che presta servizio nel Palazzo Pontificio) nel raggio di 500 metri mentre alle 8.45 ci sarà l'insediamento del Centro Operativo Misto presso il comune di Castel Gandolfo sito in Piazza della Libertà 7. Alle 9.30 termineranno lo sgombero della popolazione ricompresa nel raggio di 500 metri dal luogo di despolettamento, la chiusura al traffico veicolare e pedonale dei tratti di strada nell'area interessata.  - Alle 9.45 è prevista una segnalazione con sirena dell'obbligo di evacuare completamente l'area interessata e trasporto dei cittadini che ne facciano richiesta nell'area di attesa presso la sala teatrale Petrolini sita in via Prati nel comune di Castel Gandolfo; alle 10 inizieranno il divieto di sorvolo nell'area in cui si svolge il despolettamento e il divieto di transito ferroviario sulla tratta Roma-Albano senza disalimentarla; il divieto di navigazione dei natanti nella zona interessata e partirà la fase di despolettamento. Alle 12 termine, presumibile, della fase di despolettamento e inizio del trasporto dell'ordigno per il brillamento, con interruzione della circolazione stradale lungo il percorso del convoglio, fino a destinazione (via Capanne di Marino, 2/c) nel comune di Ciampino; termine del presidio degli operatori dei servizi erogatori delle utenze domestiche; termine del divieto di sorvolo nella zona di despolettamento; termine del divieto di transito ferroviario sulla tratta Roma-Albano; termine di divieto di navigazione dei natanti nella zona interessata; riapertura del traffico stradale nell'area evacuata; rientro dei residenti nelle proprie abitazioni; ore 13 arrivo del trasporto dell'ordigno in cava e inizio delle operazioni di brillamento; 14 - termine, presumibile, delle operazioni di brillamento. Tutta l'area sarà presidiata dalle forze di polizia e sarà possibile accedervi solo su autorizzazione del Com-Centro Operativo Misto che coordina le operazioni dal Palazzo Comunale, sito in Piazza della Libertà, 7 nel comune di Castel Gandolfo.
Fonte:
http://www.ogginotizie.it/269622-lago-di-albano-martedi-al-via-rimozione-di-ordigni-bellici/#.UijiKpBH7IU

Fino al 31 ottobre in mostra “Settanta anni dal bombardamento su Roma”


A cura di Alessandro Grammaroli
A Roma taglio del nastro della mostra “Ruine, macerie, vergogne! Settanta anni dal bombardamento su Roma. San Lorenzo 19 Luglio 1943” che si terrà alla Casa della Memoria e della Storia fino al 31 ottobre. Un’esposizione a cura di Alessandro Grammaroli. Settanta anni fa, il 19 luglio del 1943, il quartiere romano di San Lorenzo è colpito dal primo grande bombardamento civile nella storia della città. Obiettivo degli angloamericani è lo scalo ferroviario centrale della capitale, ma le centinaia di bombe delle fortezze volanti feriscono a morte anche il popolare quartiere di San Lorenzo, gli adiacenti Appio, Tuscolano e Prenestino e la prima parte del tratto urbano delle vie Prenestina e Tiburtina. Il pastificio Pantanella e il birrificio Wührer bruciano per giorni, la semoleria Cerere è quasi demolita. Le vittime dei bombardieri alleati sono migliaia, sepolte nei numerosi palazzi sventrati dagli ordigni. Per decenni gli scheletri degli edifici distrutti rimangono come simbolo dei tragici eventi del 19 luglio 1943 e monito sulle atrocità della guerra, fino a che le trasformazioni urbanistiche li cancellano o nascondono quasi totalmente. È un processo di rimozione che interessa non solo il paesaggio urbano, ma anche tutto il tessuto sociale. Gradualmente, dalla consapevolezza dei fatti storici di cui il quartiere è stato protagonista si passa alla disattenzione istituzionale e civile per le memorie di quanti furono testimoni diretti di quegli eventi. Nella mostra alla Casa della Memoria e della Storia, la Collezione Grammaroli presenta una selezione inedita di fotografie e documenti a stampa, parte di un ben più ampio Archivio, che offre una panoramica della San Lorenzo di quei giorni. Uno strumento fondamentale che amplia notevolmente la conoscenza iconografica del bombardamento – finora ristretta a un limitato numero di immagini – e della vita del quartiere durante la guerra. Integrano il percorso espositivo alcuni documenti audio dell’Archivio Sonoro “Franco Coggiola”, raccolti dal Circolo Gianni Bosio. L’esposizione è promossa da Roma Capitale-Dipartimento Cultura, da Collezione Grammaroli, dall’Associazione Botteghe Storiche di Roma, da sempre impegnata nella conservazione della memoria storica della città, dal Circolo Gianni Bosio, che contribuisce all’evento attraverso il proprio archivio sonoro e la propria esperienza di ricerca sulle storie dei testimoni di quei tragici eventi, in collaborazione con Zètema Progetto Cultura. All’inaugurazione, oggi venerdì 6 settembre 2013, ore 17.30, insieme al curatore Alessandro Grammaroli, intervengono: Alessandro Portelli, Presidente del Circolo Gianni Bosio, studioso di storia orale; Lidia Piccioni, Dipartimento di Storia moderna e contemporanea della Facoltà di Lettere e Filosofia della "Sapienza" di Roma; Erino Colombi, Presidente della Confederazione Nazionale dell'Artigianato e della Piccola e Media Impresa di Roma (CNA); Giulio Anticoli, Presidente della Associazione Botteghe Storiche di Roma, presidente di CNA Città Storica. CASA DELLA MEMORIA E DELLA STORIA - Via San Francesco di Sales, 5 - 00165 Roma. Ingresso libero, lun-ven ore 9.30/20.00.
Fonte:
http://www.ilvelino.it/it/article/fino-al-31-ottobre-in-mostra-settanta-anni-dal-bombardamento-su-roma/ee7a40bc-698a-4486-a7d6-bb4b68bc7c34/

L’Esercito disinnesca una bomba di aereo a Casalecchio di Reno


Domenica 08 settembre 2013, nel comune di Casalecchio di Reno gli artificieri specialisti dell’Esercito (appartenenti al Reggimento Genio Ferrovieri di Castel Maggiore) rimuoveranno e neutralizzeranno un pericoloso residuato bellico della seconda guerra mondiale recentemente rinvenuto durante i lavori di ristrutturazione di un hotel. Si tratta di una bomba d’aereo americana, ancora attiva, del peso di 500 libbre (l’equivalente di circa 250 kg, di cui ben 120 kg di esplosivo).
L’operazione si svolgerà in due distinte fasi:
 la prima riguarderà il disinnesco dell’ordigno, ovvero la rimozione delle spolette di testa e di coda (ossia degli organi sensibili deputati a far esplodere l’ordigno) e quindi la messa in sicurezza della bomba;
 la seconda fase riguarderà invece il brillamento dell’ordigno, che avverrà presso una cava sita nel comune di PIANORO (BO).
Le operazioni di messa in sicurezza del territorio circostante saranno coordinate dalla Prefettura di Bologna ed inizieranno alle ore 08.00 di Domenica , in concomitanza con l’inizio della prima fase delle operazioni. In considerazione dell’entità dell’operazione, saranno evacuati circa 6000 cittadini residenti nel comune di CASALECCHIO DI RENO e sarà interdetto il traffico sull’autostrada A1, su numerose strade comunali localizzate in prossimità dell’area dell’intervento, e lungo la linea ferroviaria Bologna – Firenze.
L’intervento avrà una durata prevista di circa 3 ore (disinnesco e brillamento) e dovrebbe pertanto concludersi intorno alle ore 11:00.
L’Esercito Italiano, chiamato quotidianamente a svolgere analoghe operazioni di bonifica su tutto il territorio nazionale, è altresì la Forza Armata preposta alla formazione degli artificieri delle altre Forze Armate e delle le Forze di Polizia.
Nel 2012, i nuclei di bonifica ordigni esplosivi dell’Esercito hanno eseguito 2400 interventi specialistici (oltre 30.000 interventi negli ultimi 10 anni).
L’intervento sarà coordinato dal Tenente Colonnello Luigi FERRIERI, Capo Ufficio operazioni del Reggimento Genio Ferrovieri, coadiuvato dal Capitano Michele Ippolito, ufficiale di collegamento tra unità di crisi e artificieri del genio ferrovieri. Responsabile del disinnesco sarà invece il Sergente Antonio GIANNONE, coadiuvato nelle delicate operazioni, dal Sergente Paolo DE ANGELIS, dal Caporal Maggiore Scelto Pasqualino CARTA e dal Caporal Maggiore Scelto Andrea PICCIRILLO.
Tutto il personale impiegato vanta una provata esperienza maturata, anche nel campo degli ordigni improvvisati, nel corso di numerose missioni operative svolte all’estero.
Fonte:
http://www.sassuolo2000.it/2013/09/06/lesercito-disinnesca-una-bomba-di-aereo-a-casalecchio-di-reno/

giovedì 5 settembre 2013

Bombardamenti del ’43 in città: domani la commemorazione in città


Venerdì 6 settembre p.v., alle ore 17, si terrà la manifestazione commemorativa del LXX anniversario dei bombardamenti anglo americani sulla città di Benevento, promossa dall’Arcidiocesi in collaborazione con la Provincia ed il Comune di Benevento.

Il programma si articola in due momenti:

ore 17.00 nella Chiesa Cattedrale: Concelebrazione dell’Eucarestia offerta in suffragio delle vittime degli eventi bellici del 1943 e presieduta dall’Arcivescovo metropolita di Benevento, S.E. mons. Andrea Mugione.

ore 18.15 nel Salone Leone XIII: manifestazione commemorativa.

Salutano

prof. Aniello Cimitile, Commissario straordinario della Provincia di Benevento

Ing. Fausto Pepe, Sindaco di Benevento

Interviene

S. E. il Prefetto dott. Giuseppe Procaccini, Ministero degli Interni.
Fonte:
http://www.labeneventoverde.it/2013/09/bombardamenti-del-43-citta-domani-la-commemorazione-citta/

Bomba a Casalecchio, domenica stop ai treni e alle auto


Bologna, 5 settembre 2013  - Se 6000 famiglie dovranno allontanarsi dalle proprie case, a Casalecchio di Reno la mattinata di domenica sarà 'complicata' anche dal punto di vista della circolazione stradale e ferroviaria. I disagi sono legati alle precauzioni di massima cautela legate al disinnesco dell’ordigno bellico da 240 grammi, di cui la metà tritolo, risalente alla Seconda guerra mondiale, ritrovata nei giorni scorsi.
I treni della linea Bologna-Porretta rimarranno fermi, tra Casalecchio di Reno e Sasso Marconi, dalle 7.50 alle 9, spiega una nota delle Ferrovie delle Stato. Se le operazioni di disinnesco dovessero protrarsi, si allungherà anche lo ‘stop’. Nelle stesse ore saranno chiuse al traffico le vie Marconi e Calzavecchio e un tratto della via Porrettana; gli autobus delle linee 20, 86 e 826, informa una nota di Tper, saranno deviati lungo percorsi alternativi già programmati. La sospensione del traffico ferroviario e stradale è stata disposta dalla Prefettura di Bologna. Ferrovie dello Stato spiega che il treno regionale 11432 Porretta-Bologna (delle 7.18) sarà cancellato nel tratto da Sasso Marconi a Bologna. I passeggeri diretti a Bologna e nelle stazioni intermedie potranno proseguire il viaggio salendo sul regionale 6368 in partenza da Sasso Marconi alle 9.03.
I disagi per chi viaggia in auto nella zona di Casalecchio non si concluderanno con il disinnesco dell’ordigno: dal giorno successivo, infatti, lunedì, partiranno i lavori di manutenzione straordinaria del ponte Reno (verrà rifatta l’impermeabilizzazione e la pavimentazione in vista dell’inverno), che comporteranno la temporanea chiusura di un tratto di A14 e di tangenziale in prossimità del raccordo di Casalecchio. Possibili code e rallentamenti. L’intervento di manutenzione, spiega una nota di Autostrade per l’Italia, riguarda l’A14 nel tratto compreso tra il chilometro 9 e l’11 (ovvero tra l’allacciamento A14-R14 Raccordo di Casalecchio e l’allacciamento A14-A13) e si svolgerà in due fasi per minimizzare i disagi. Nella prima fase, che partirà lunedì 9 e terminerà venerdì 20 settembre, i lavori riguarderanno entrambe le carreggiate dell’A14 e corsia della tangenziale in direzione Fiera. In questi 11 giorni, tra le 6 e le 22 saranno garantite due corsie di marcia, sia in A14 che in tangenziale. Resteranno chiusi al traffico l’uscita dello svincolo 4bis e l’ingresso dello svincolo numero 4. La presenza del cantiere produrrà comunque code, prevede Autostrade, perlomeno nelle fasce di maggior traffico (7-11 e 17-20). La società assicura che la situazione sarà costantemente monitorata e segnalata.
Fonte:
http://www.ilrestodelcarlino.it/bologna/provincia/2013/09/05/945449-casalecchio-bomba-treni-strade.shtml

Mette in macchina un ordigno bellico e lo trasporta per 53 chilometri: salvo


Ha chiuso nel bagagliaio un ordigno bellico, funzionante e in grado di esplodere, poi è salito in auto e ha percorso un tragitto di 53 chilometri lungo le strade della Lombardia. Da Vizzolo Predabissi, provincia di Milano, a Casatenovo, provincia di Lecco. Un viaggio pericolosissimo. Protagonista, un uomo di 39 anni che, arrivato nel Comune brianzolo dove abita, è andato nella locale stazione dei carabinieri, dove ha consegnato un proiettile della contraerea risalente alla seconda guerra mondiale.
«Era in un angolo del garage della mia fidanzata che vive nell'hinterland milanese - ha raccontato -. Forse stava lì da anni. L'abbiamo scoperto ripulendo il box. In un primo momento, ho supposto che si trattasse di un semplice cimelio. Poi mi è sorto il dubbio e l'ho portato qui».
E infatti il residuato bellico, 3,7 millimetri di diametro e 16 centimetri di lunghezza, era altamente pericoloso, perché contenente esplosivo. Subito sono stati chiamati gli artificieri di Milano che lo hanno fatto brillare in un campo.
Fonte:
http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/13_settembre_5/trova-ordigno-bellico-garage-trasporta-auto-pericolo-esplosione-vizzolo-predabissi-lecco-2222919033132.shtml

Acciaroli, rinvenuto ordigno bellico



Acciaroli, rinvenuto ordigno bellico
Un presunto ordigno bellico è stato rinvenuto a due miglia dal Porto di Acciaroli. A darne conferma, l'Ufficio Locale Marittimo della Capitaneria di Porto-Guardia Costiera che comunica di aver già emesso l'ordinanza per l'attivazione del piano di sicurezza: ovviamente, la zona interessata al rinvenimento è interdetta alle imbarcazioni.


Potrebbe interessarti: http://www.salernotoday.it/cronaca/porto-acciaroli-ritrovato-ordigno-bellico.html
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Fonte:
http://www.salernotoday.it/cronaca/porto-acciaroli-ritrovato-ordigno-bellico.html

mercoledì 4 settembre 2013

Trova un ordigno bellico in garage e lo consegna ai Carabinieri


CASATENOVO – Una scoperta a dir poco pericolosa quella compiuta nella mattinata di martedì da un uomo residente a Casatenovo ed impegnato a ripulire il box della fidanzata a Predabissi Vizzolo, comune del milanese: con grande sorpresa, è spuntato un proiettile di contraerea da 37mm.
L’uomo ha consegnato l’ordigno direttamente nelle mani dei carabinieri di Casatenovo che subito hanno allertato gli artificieri. Questi ultimi hanno prelevato il residuato bellico e si sono spostati verso l’area agreste della frazione di Rogoredo, dove il proiettile è stato fatto brillare.
“E’ bene ricordare che in caso di ritrovamenti di residuati bellici vanno immediatamente avvisate le forze dell’ordine senza toccare nulla” ha spiegato il capitano dei carabinieri della Compagnia di Merate, Giorgio Santacroce.
Fonte:
http://www.lecconotizie.com/cronaca/trova-un-ordigno-bellico-in-garage-e-lo-consegna-ai-carabinieri-

martedì 3 settembre 2013

FORMIA, GLI OPERATORI DEL PARCO TROVANO UNA BOMBA DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE


E’ stato un ritrovamente casuale. Gli operatori del Parco Riviera di Ulisse, alle 12 e 30 di oggi, martedì, hanno rinvenuto – sembrerebbe proprio all’interno dell’area protetta – una bomba da esercitazione. L’ordigno si trovava sotto un albero, nella frazione di Gianola. Si tratta di una “Srcm modello 35″ , rappresentava la nuova generazione di bombe a mano con le quali l’esercito italiano affrontò la seconda guerra mondiale. Si tratta comunque di ordigno di tipo offensivo, ossia disperdono schegge leggere. La distanza di lancio è infatti di 20-25 metri e quella d’azione delle schegge di 10-15. Il corpo bomba in lamierino d’alluminio contiene 43 grammi di tritolo e binitro-naftalina che al momento dell’esplosione frammentano in schegge un filo metallico avvolto internamente. Ha due sicure. Del rinvenimento si sta occupando ora la Polizia.
Fonte:
http://www.h24notizie.com/news/2013/09/03/formia-gli-operatori-del-parco-trovano-una-bomba-della-seconda-guerra-mondiale/

Rivenuto ordigno bellico a Porto Ercole, interdetto passaggio a imbarcazioni


Porto Ercole (Grosseto). Grosso e sferico. E' probabilmente un "ricordo" lasciato dal secondo conflitto mondiale l'ordigno ritrovato oggi  sulla spiaggia delle Pietrine a Porto Ercole. A mettere in sicurezza la zona la Guardia Costiera, che ha interdetto  il passaggio e la sosta a qualsiasi tipo di imbarcazione. Lo specchio di mare interdetto misura un raggio di 50 metri. Vietata anche l'immersione e qualsiasi forma di pesca.
Fonte:
http://firenze.ogginotizie.it/269213-rivenuto-ordigno-bellico-a-porto-ercole-interdetto-passaggio-a-imbarcazioni/#.UiY2mZBH7IU

lunedì 2 settembre 2013

Giugno '43, Salerno scopre la guerra


Giuseppe D'Angelo
(Docente di Storia Contemporanea - Università di Salerno)
La guerra irrompe in una città sonnacchiosa, che a stento sino allora ne è stata toccata e che, il più delle volte, l’ha vissuta in maniera quasi privata, chiusa nel dolore di lutti lontani, accaduti altrove. La guerra riguarda altre città, in primo luogo Napoli, sulla quale si accaniscono gli oltre cento bombardamenti raccontati da Aldo Stefanile. Ricorda Arturo Carucci che, anche nel 1943 «l’euforia continuava. I rifugi, durante i frequenti allarmi aerei, restavano vuoti e, al loro passaggio, gli apparecchi nemici trovavano nei salernitani altrettanti curiosi, che dalle strade e dai balconi li contavano, ne giudicavano l’altezza e la velocità e tristemente commentavano la sorte delle città, specie della vicina Napoli, sulle quali gli aerei avrebbero presto scaricato il loro peso di acciaio e di morte (Lo sbarco anglo-americano a Salerno: settembre 1943, Salerno, 1948, p. 7)». Salerno continua la sua esistenza stentata, ma tutto sommato tranquilla.  POSTAZIONI - La difesa antiaerea della città, per gran parte del periodo bellico, è affidata ad un gruppo di non più giovani richiamati. Le postazioni sono collocate sul forte La Carnale, ma soprattutto sull’Orfanotrofio Umberto I, che, nello stesso edificio, ospiterà anche un ospedale, segnato con tanto di croce rossa sul tetto e sul quale si accaniranno gli ultimi tiri dei tedeschi in fuga. In esso sono sistemate le cyclette, sulle quali i “militari” sono tenuti a quotidiani allenamenti. La pigrizia, la non “verde” età e la lontananza anche psicologica dalla guerra spingono i più ad offrire piccole somme di danaro o generi alimentari ai giovani e ben più dinamici ospiti del “Serraglio”, affinché effettuino i prescritti 50 chilometri in loro vece. Solo nel febbraio del 1943 è costituita la 222a divisione costiera affidata al comando del generale Ferrante Gonzaga del Vodice. C’è una certa bonomia nell’animo dei salernitani nei confronti degli angloamericani, dettata dalla “lontananza” della guerra, al punto che si accetta con qualche sufficienza finanche la quotidiana presenza di un aereo alleato, il quale controlla un tratto di strada ferrata nei pressi della città. Anche quando nella tarda serata del 20 giugno, sono da poco trascorse le 22, Ciccio ’o ferroviere, così i salernitani chiamano quasi confidenzialmente il ricognitore che li sorvola, lancia alcuni spezzoni incendiari, uccide una persona e ne ferisce altre quattro. Il fatto è, ancora una volta, ritenuto una questione privata, intima, tra Ciccio e la ferrovia, che nulla toglie alla calma della città. IL PRIMO ATTACCO AEREO - Il primo, vero bombardamento – quello del giorno successivo, 21 giugno 1943 – giunge assolutamente inatteso. È un caldo lunedì, il primo giorno d’estate, e i salernitani, in gran numero, sono ancora in spiaggia quando risuona l’allarme aereo. Forse il piccolo Antonio Vitale, ospite dell’Istituto Umberto I, ha già invano annunciato l’arrivo degli aeroplani, suonando, dall’alto delle mura del “Serraglio” trasformato in posto di avvistamento, una tromba ben piú grande di lui, così come aveva fatto tante altre volte nella completa disattenzione dei salernitani. Nessuno crede che si tratti di alcunché di diverso dai soliti, inutili allarmi; solo pochi cercano riparo nei precari ricoveri antiaereo; i piú restano, inconsapevoli, a prendere i bagni di mare sulla spiaggia di Santa Teresa. È un tragico errore. Alle 13,15 e, poi, all’una di notte del giorno successivo, due diverse ondate di bombardamenti seminano terrore e morte in città. Don Aniello Vicinanza, priore curato della Chiesa dell’Annunziata, annota sul “Libro dei battezzati” della sua parrocchia gli avvenimenti di quel giorno: «Oggi 21 giugno 1943, alle ore 13, la città di Salerno è stata oggetto di una spaventosa incursione aerea da parte dell’aviazione Anglo-Americana. L’incursione si è ripetuta la notte tra il 21 e il 22 giugno. Gli effetti di tutte e due sono stati spaventosi, vari edifici colpiti in città e nel sobborgo di Pastena, con qualche centinaio di morti e forse duecento feriti. La zona della Parrocchia della SS. Annunziata è rimasta miracolosamente illesa. (Sit locus dei et B. Mariae V)». LA MISSIVA - Una prima descrizione, tragica e abbastanza dettagliata, è quella fornita dal generale Ferrante Gonzaga, che, in lettera alla sorella del 27 giugno 1943, racconta degli accadimenti del lunedì precedente. Scrive il generale: «Il giorno 21 ho fatto dire una messa a S. Luigi poi mi sono recato in ufficio ove ho lavorato fino alle 12.½; colazione; poi mi sono ritirato in albergo [il generale si riferisce alla sua stanza presso l’Albergo Diana, che aveva sede all’angolo tra via Roma e porta S. Matteo in Piazza Flavio Gioia, nda] per riposarmi. Mi ero da poco spogliato che una formazione nemica ha incominciato a bombardare Salerno. Poiché ricoveri non ve ne sono mi sono fermato a letto; quando è cessato e incominciavo a vestirmi per uscire a riconoscere i danni è giunto il mio attendente a dirmi che era crollato il comando. Se avessi visto che desolazione, erano cadute 10 bombe da 500 kg che lo avevano sfasciato completamente. La 1a era caduta sul mio ufficio, tutto calcinacci, come puoi immaginare, ma sul mio tavolo e sulla sedia pochi calcinacci che non mi avrebbero fatto alcun male, un’altra aveva fatto crollare il terrazzo, un’altra si era abbattuta sul centralino telefonico seppellendovi il personale di servizio. Per fortuna, 2 giorni prima avevo scoperto un cunicolo delle acque che passando sopra la strada [sic, evidentemente deve intendersi sotto la strada, nda] portava al fiume, lo avevo fatto sgombrare e avevo ordinato che in caso di allarme la truppa si rifugiasse lì e così avevano fatto, uno solo che si era attardato a scrivere una lettera è stato trovato in cortile spezzato in due a mezzo busto, senza gambe, coi capelli ritti sulla testa. Le perdite si sono ridotte a tre persone, quella, un telefonista che dettava un fonogramma e pare sia morto sul colpo, un caporale che era di servizio e del quale fin dal primo momento abbiamo trovato un piede staccato che ci ha permesso di giudicarlo morto. Il rimanente personale, ricoverato sotto il cunicolo è stato salvo per miracolo; 2 colpi, uno da una parte e l’altro dall’altra a non piú di 10 metri dal cunicolo hanno tagliato la strada che il cunicolo attraversava, fino ad una profondità maggiore di quella cui si trovava il fondo del cunicolo. Abbiamo trovato sul cunicolo una bomba da 500 non esplosa, se esplodeva era la morte di tutti. […] Ma non eravamo noi i soli colpiti; in una vicina caserma vi erano 6 morti, una colonna di soldati ne aveva avuti 30. Si è dovuto perciò lavorare a portare morti e feriti all’ospedale, a riattare la strada, a scavare fra le macerie. Sono stato all’ospedale, vi era una camera di morti, le corsie tutte piene, uomini, donne, bambini, uno tutto ustionato stava morendo, un altro era nudo, con una ferita al costato. Ti assicuro che facevano veramente pena. Gli apparecchi nemici, sapendo che non vi era difesa in Salerno, erano scesi a 1000 metri e avevano colpito preciso il mio comando e la stazione cui avevano fatto saltare i binari. Intanto ero avvertito che a Battipaglia vi erano pure dei danni, perciò vi feci una corsa, avevano colpito la stazione, una fabbrica di conserve alimentari e un mio comando di Regg.to. 2 morti fra i miei e 15 fra la popolazione. Anche qui lo stesso fenomeno, non vi erano ricoveri, non vi erano batterie. Si è lavorato fino a notte, poi ci siamo ritirati a Salerno, si è cenato e poi a letto. Verso le 1 di notte seconda incursione su Salerno. Quando è finita mi sono alzato e ho girato per la città, un disastro. Questa volta avevano colpito tutte case di abitazione. La popolazione terrorizzata scappava sulle montagne, dalle macerie grida di aiuto. Quanti feriti ci siano stati non lo so, un mio soldato aveva perduto tra madre e padre, moglie e figli ben 14 persone, nel complesso 117 morti fra militari e civili, feriti non so quanti, sepolti non lo sappiamo neppure ora. So soltanto che da allora lavoriamo ad estrarre cadaveri dalle macerie e a sotterrarli, di molti non si sa chi siano, si prendono le fotografie e si sotterrano. […] In quanto ai servizi, da 6 giorni noi ci sostituiamo alle autorità politiche; non avevano neppure il disinfettante per i morti; le casse sono state fatte col poco legname che avevamo noi a Battipaglia, per Salerno hanno dovuto mandarle a requisire nei paesi vicini persino a Napoli; le avevano imboscate per speculazione».
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http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/salerno/notizie/cronaca/2013/2-settembre-2013/salerno_avalanche1-2222870602547.shtml
 

L'Elba ricorda l'Andrea Sgarallino e le sue vittime


ISOLA D'ELBA - Ricorrono quest'anno i settantanni dall'affondamento dell'Andrea Sgarallino. Lo ricorda il Comitato Sgarallino in questa nota che anticipa la gornata di commemorazione che l'Elba si prepara a ricordare. "Il 22 settembre di 70 anni fa, accadeva il più tragico episodio che l’Elba avrebbe dovuto subire durante la Seconda Guerra Mondiale. Il Piroscafo Andrea Sgarallino, di ritorno da Piombino, con a bordo circa 300 persone che rientravano all’isola, nelle acque antistanti la rada di Portoferraio, veniva bombardato. Da quel momento, con quel gesto, si spezzano così tragicamente i legami terreni con i nostri cari, con gli affetti più veri e sinceri. L’isola piomba improvvisamente nel lutto e nella disperazione dal momento che ogni famiglia elbana ebbe, quel giorno, almeno un morto a bordo dello Sgarallino.  Ancora oggi, a così tanti anni di distanza, gli elbani tutti si sentono partecipi di quel dramma ricordando i defunti, civili e militari, che persero la vita tra le onde del loro mare e lo strazio e la sofferenza dei superstiti. Sabato 21 settembre p.v., in occasione del 70° anniversario del bombardamento dello Sgarallino, si terrà una cerimonia religiosa, presieduta dal Vescovo diocesano, Mons. Carlo Piattini, nella chiesa parrocchiale di San Giuseppe a Portoferraio dove è presente la Cappella MemorialeVittime del Mare. Al termine, con una nave messa a disposizione dalla Moby Lines, verrà raggiunto il luogo esatto dell’affondamento e sarà benedetta e calata in mare una corona di alloro. È vero che sono passati tanti anni, ma si cercano familiari delle vittime per invitarli alla cerimonia. Sul piroscafo c’erano militari, civili e gente di passaggio. Coloro che si ritrovano nella lettura di questo articolo in qualità di parenti delle vittime, sono pregati di contattare il prof. Corrado Nesi all’indirizzo email 70sgarallino@gmail.com Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Fonte:http://quielba.corrierenazionale.it/attualita/2013/09/02/news/39520-L-Elba-ricorda-l-Andrea-Sgarallino-e-le-sue-vittime

                                     Foto: http://www.naviearmatori.net/ita/foto-4156-4.html

Bombe su Bolzano


Paolo Bill Valente
Chi avesse letto la prima pagina dei quotidiani di Bolzano il 1° settembre 1943 vi avrebbe trovato la notizia, in apertura, dell’abbattimento di cinquanta aviogetti sui cieli italiani da parte dell’esercito tedesco e di “efficaci attacchi aerei sul porto di Augusta”. Avvenimenti geograficamente lontani. Ma il giorno dopo, 2 settembre, per la popolazione del Trentino e dell’Alto Adige la guerra aerea cominciava per davvero. Sono passati da allora esattamente settant’anni.
Come riferisce lo storico Gerald Steinacher (il suo contributo è contenuto nel volume di Piero Agostini e Carlo Romeo, Trentino e Alto Adige province del Reich, ed. Temi), “circa cento bombardieri americani gettarono il loro carico su Trento e Bolzano. Il ponte ferroviario sull’Isarco fu gravemente danneggiato e si poté ripristinarlo soltanto otto giorni dopo. La popolazione bolzanina reagì allo stesso modo di quella di Innsbruck tre mesi dopo: in preda al panico molti si prepararono ad andarsene e sfollarono sulle montagne dei dintorni”.
Il contesto storico. Il 25 luglio 1943, dopo le bombe cadute rovinosamente su Roma, il regime fascista venne rovesciato da un voto del Gran Consiglio e dall’arresto di Mussolini. Il re Vittorio Emanuele affidò l’incarico di formare un nuovo governo al maresciallo Badoglio. “La guerra continua”, fece sapere il primo ministro, ma verso la metà di agosto si avviarono le trattative per l’armistizio. Proprio in vista della resa, forse per accelerarne la firma, forse per prevenire almeno in parte l’invasione da parte della Wehrmacht, alla fine di agosto si intensificarono i bombardamenti alleati sulle città italiane. Fiaccare il morale, “provocare un rivolgimento interno o un crollo” – così scrisse Roosvelt – questa la strategia che portò agli attacchi aerei e alla morte di migliaia di civili.
Su Bolzano, leggiamo in Respiri sotto le bombe (di Gino Bombonato e Stefania Lorandi, cooperativa Talia, un “viaggio alla scoperta della Bolzano sotterranea” organizzato nell’ambito del Festival delle Resistenze 2012) “i bombardamenti cominciarono il 2 settembre 1943 e perdurarono fino al 3 maggio 1945. In tutto furono tredici ed un calcolo approssimativo stima in circa duecento le vittime. La sirena suonò 472 volte e le vittime della paura furono invece decine di migliaia. Oltre ai bombardieri di alta quota Bolzano venne colpita nove volte anche da un piccolo caccia bombardiere chiamato dalla popolazione Pippo. Il pilota di questo aereo sganciava i suoi ordigni dove vedeva luci o oggetti in movimento. La città subì danni gravissimi: 335 furono gli edifici completamente distrutti, 648 particolarmente danneggiati e altri 1395 lesionati”.
Quel 2 settembre di settant’anni fa le sirene “suonarono alle 11,34 e le bombe raggiunsero il suolo 21 minuti dopo. Il 4 settembre il giornale La provincia di Bolzano riportò un ampio articolo in cui venivano elencati gli edifici danneggiati; tra questi vi erano la stazione ferroviaria, il ponte ferroviario, il teatro Verdi e tutta la zona adiacente. Vedere parte della città distrutta fu un colpo psicologico durissimo per i bolzanini. La popolazione era già provata dalla mancanza di cibo e da una situazione politica complessa”.
Le cose non si sarebbero volte al meglio per molti mesi. Sarebbero arrivati presto l’8 settembre, la zona di operazioni delle Prealpi, le deportazioni, il lager.
Fonte:
http://test1.salto.bz/it/article/01092013/bombe-su-bolzano

A Trento 70/o anniversario bombe Portela


(ANSA) - TRENTO, 2 SET - Istituzioni, forze dell'ordine e i familiari dei caduti della seconda guerra mondiale, hanno celebrato il 70/o anniversario della Portela. Fu il bombardamento del Brennero, avvenuto il 2 settembre 1943 per mano degli Alleati contro le truppe tedesche in Italia. Quel giorno due quartieri di Trento, la Portéla e San Martino, furono quasi rasi al suolo. Inaugurata anche la mostra di fotografie 'Aeroplani nemici su Trento', a Torre Vanga.
Fonte:
http://www.ansa.it/web/notizie/regioni/trentino/2013/09/02/Trento-70-anniversario-bombe-Portela_9235952.html

Forio commemora le vittime del bombardamento dell'otto settembre 1943


Nella notte tra l’8 e 9 settembre 1943, proprio mentre in tutta Italia si festeggiava l’armistizio e l’arrivo delle truppe anglo-americane, a Forio un violento bombardamento distruggeva parte del centro storico, in particolar modo le piccole strade di Via Vecchia e Vico Albergo, inserite in quelli che da qualche anno a questa parte chiamiamo Vicoli Saraceni. Probabilmente si trattò di un tragico errore di uno o più aerei dell’aviazione inglese che, invece di alleggerire il carico di bombe in mare, – pratica assai diffusa, tanto che ancora oggi capita di ritrovare residuati bellici lungo le coste del Mediterraneo -, sganciarono il loro fardello su inermi civili.
Le vittime furono 13, tra cui due bambini di 4 e 7 anni, i fratelli Roberto e Antonio Bartolomei. A seguire l’elenco delle vittime:
- Francesco Luongo di Bonaventura, di anni 35, carpentiere, domiciliato in via Vecchia n.46
- Anna Maria Verde ved. D’Abundo, di anni 73, casalinga, domiciliata in via Vecchia n.46
- Ciro Verde fu Francesco, di anni 81, maestro muratore, domiciliato in via Vecchia n.50
- Lucia Mattera in Patalano, di anni 73, casalinga domiciliata in via San Vito n.11
- Ciro Verde fu Ciro, di anni 17, apprendista meccanico, domiciliato in via Vecchia n.46
- Roberto Bartolomei di Gaetano, di anni 4, domiciliato in via San Vito n.11
- Antonio Bartolomei di Gaetano, di anni 7, domiciliato in via San Vito n.7
- Aniello Verde fu Marcantonio, di anni 74, maestro muratore, domiciliato in vico Albergo (a S.Vito) n.2
- Brigida Verde in Verde, di anni 66, casalinga, domiciliata in vico Albergo (a S.Vito) n.2
- Brigida Impagliazzo ved. Iacono, di anni 77, casalinga domiciliata in via Vecchia n.46
- Aniello d’Abundo di Ciro, di anni 30, tenente di Fanteria, domiciliato in via Vecchia n.46
- Rosa Emilia Nastasi in d’Abundo, di anni 26, casalinga, domiciliata in via Vecchia n.46
- Teresa di Maio fu Andrea ved.Calise, di anni 62, casalinga, domiciliata in via Vecchia
L’amministrazione comunale, insieme al Centro di Ricerche Storiche d’Ambra, domenica 8 settembre commemorerà il 70° anniversario del bombardamento su Forio, con una Santa Messa presso la Basilica Pontificia di San Vito Martire e a seguire un omaggio presso la lapide marmorea sul sagrato della Chiesa del Santo Patrono.
Fonte:
http://www.ischiablog.it/index.php/attualita-e-notizie/forio-commemora-le-vittime-del-bombardamento-dell8-settembre-1943/
                                                                 Foto: IschiaBlog
 

domenica 1 settembre 2013

Gli ordigni bellici fanno sgomberare anche il palazzo Pontificio


di Marco Caroni
CASTEL GANDOLFO – Il 10 settembre saranno circa 500 le persone costrette ad abbandonare le proprie abitazioni per la rimozione delle due pesanti bombe da aereo emerse dalle acque del lago in ritirata
Sgombero in vista anche per il palazzo Pontificio di Castel Gandolfo in vista delle operazioni di rimozione delle due bombe da aereo emerse dalle acque del lago in ritirata. In questi anni di rapido inarrestabile abbassamento del livello del lago sono moltissimi gli ordigni bellici che stanno emergendo. Le operazioni, previste per il 10 settembre dalle ore 7 alle 10, costringeranno all’evacuazione circa 500 persone che saranno costrette a lasciare per questioni di sicurezza le proprie abitazioni.
Il palazzo Pontificio, visitato per la terza volta da Papa Francesco lo scorso 15 agosto, rientra nel raggio di sgombero per le operazioni (500 metri) ed in quanto tale dovrà essere evacuato dal personale che vi risiede e che ne cura le sorti.
Le due pesanti bombe, una da 100 ed una da 200 chili, saranno rimosse dagli artificieri del 6° reggimento del Genio pionieri dell’Esercito e trasportate in una zona isolata di Santa Maria delle Mole (distante meno di 6 chilometri) dove verranno fatte brillare. Questi stessi specialisti hanno già operato numerose volte nel territorio castellano e sono stati protagonisti anche del brillamento della bomba di Campino
Fonte:
http://www.ilmamilio.it/m/it/attualita/primo-piano/16653-gli-ordigni-bellici-fanno-sgomberare-anche-il-palazzo-pontificio.html