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sabato 9 novembre 2013

Ordigno bellico, sei famiglie sfollate


(ANSA) - GENOVA, 9 NOV - Sei famiglie sono state sfollate a Genova in via Mignone nel quartiere di San Desiderio per il ritrovamento di un residuato bellico. A dare l'allarme sono stati gli stessi residenti che hanno notato l'ordigno nei pressi di un giardino. Sul posto sono intervenuti personale degli artificieri della polizia di stato, vigili del fuoco e polizia municipale. Dopo un primo sopralluogo si è deciso di rimandare a domani mattina le operazioni di brillamento della bomba.

Sull'ex aeroporto in pochi minuti vennero sganciate 104 mila tonnellate di esplosivo


di Roberto Luciani
«Bastava andare a pagina 163 del mio ultimo libro per capire che queste presenze, per quanto ingombranti e pericolose, non sono certo una sorpresa per Vicenza. Che poi quello che dicevo sia stato ignorato, anzi da qualcuno bollato quasi come una sorta di barzelletta, è un altro dato di fatto». Era già tutto previsto per lo storico Giuseppe Versolato, che ha reso disponibile la spettacolare foto di una “blockbuster” come quella trovata all'ex aeroporto. Era già tutto scritto nel libro “Bombardamenti aerei degli alleati nel Vicentino 1943-1945”. È la vecchia storia del profeta in patria, forse perché alla lunga stanca e non poco continuare a dover fare i conti con il proprio passato bellico, in uno stillicidio di ritrovamenti, provvedimenti e interventi degli artificieri, magari dopo una bella evacuazione.
IL BOMBARDAMENTO. Certo, a leggere il racconto di Versolato, ricavato da solidi documenti militari, non è detto che questo resterà l'ultimo caso. «Nella notte del 17 novembre 1944, i bombardieri inglesi lanciarono sul “Dal Molin” ben 104 mila tonnellate di bombe, tra cui 4 HC Cookie da 4.000 libbre ciascuna (1.814 kg), 4 Dem TI da 2.000 libbre (907 kg), 92 GPTD da 1.000 libbre (454 kg), 161 GP da 500 libbre (226 kg), 51 GP da 250 libbre (113 kg)». Una tempesta di esplosivo in appena 10 minuti, dalle 20.55 alle 21.05 e da una altezza variabile tra i 2.050 e i 3.050 metri. Ed il giorno seguente furono gli americani a fare il ripasso. Per non parlare poi del bombardamento di Natale. 
BASI NEL MIRINO. «Vicenza, come gli aeroporti di Aviano, Villafranca Veronese e Campoformido, erano stati individuati come basi dei caccia repubblichini e nazisti, le cui missioni ostacolavano non poco l'attività aerea degli anglo-americani. Di qui la decisione di una spedizione punitiva, per eliminarli e distruggere gli impianti». Così, un po' per la legge dei grandi numeri, un po' per il tipo di ordigni usati, obsoleti («quelli da 4 mila libre furono trasportati e lanciati da bimotori Wellington e nel vano uscivano per metà fuori»), non c'è da meravigliarsi che qualcuno non sia esploso. E neppure che queste “cellule dormienti” saltino fuori dal terreno del futuro Parco della Pace, rimasto in questi 69 anni comunque marginale rispetto all'intera area aeroportuale. «Se l'avessero lasciato così com'era? Se non era oggi sarebbe stato domani. Le cose cambiano, prima o poi sarebbe toccato anche a questa zona riconfrontarsi con quei giorni».
IL CORRIDOIO. Infine Versolato punta il dito anche su un altro aspetto: Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige erano i “corridoi” che riportavano al Reich, attraverso Brennero e Tarvisio. «Questo significa che bombe inesplose possono essere dappertutto, del resto a 100 anni di distanza ancora si trovano residuati sui fronti della Prima Guerra Mondiale».

Fonte:
http://www.ilgiornaledivicenza.it/stories/Cronaca/587430_ecco_la_bomba/

Romita, artificieri in azione. Fatto esplodere un ordigno di 50 kg


Tracce del secondo conflitto mondiale nelle campagne di Tavarnelle. Sono stati gli artificieri specialisti dell’Esercito Italiano appartenenti al Genio Ferrovieri di Castel Maggiore a disinnescare cinque granate tedesche di grosse dimensioni rinvenute in località La Romita, frazione di Tavarnelle. Cinquanta chilogrammi di proiettili sono stati fatti brillare nel sottosuolo, in una buca scavata dagli stessi artificieri. L’operazione di dispolettamento, avvenuta in due diverse fasi tra ieri e questa mattina, si è conclusa con successo facendo esplodere la quantità di tritolo presente negli ordigni. L’area è stata messa in sicurezza con la collaborazione dei Carabinieri di Tavarnelle. I proiettili sono stati ritrovati nell’area, circondati e avvolti da esplosivo al plastico così da costituire un ordigno destinato a far esplodere via di Romita.
“Il ritrovamento dei proiettili – commenta il vicesindaco David Baroncelli – oltre a testimoniare il fatto che la guerra e i tristi avvenimenti che hanno colpito il Chianti continuano a lasciare segni importanti e a far parlare di se a 70 anni di distanza, conferma il lavoro di ricerca e di studi che stiamo conducendo sul passaggio del fronte e le vicende legate a questa importante pagina della nostra storia”.
Fonte:

Bomba inesplosa al Dal Molin: dall'Afghanistan militari artificieri L'area pattugliata continuamente


di Chiara Roverotto
Anche la Polizia Provinciale di supporto al controllo dell'area da parte delle forze dell'ordine per evitare intrusioni. In attesa che gli artificieri disarmino il “mostro silente” di 4.000 libbre (e soprattutto 1.814 chilogrammi di esplosivo) ritrovato nell'area del futuro Parco della Pace, Palazzo Nievo mette a disposizione delle forze dell'ordine cittadine i suoi uomini in divisa, con il compito di presidiare il sito. 
“Un compito di vigilanza – sottolinea il Dirigente Provinciale Adriano Arzenton – molto delicato. I nostri agenti sono chiamati ad evitare intrusioni”. Una richiesta di collaborazione, partita dalla Questura cittadina, cui la Provincia di Vicenza non si è sottratta. “Come è noto, la Polizia Provinciale può avere compiti di Pubblica Sicurezza oltre ai normali incarichi che è chiamata a svolgere. Nel caso specifico forniremo una pattuglia a giorni alternati fino al momento delle operazioni di disinnesco”. 
ORE 6 A VICENZA ARRIVERANNO GLI ARTIFICIERI. “Per omnia asperrima”. E già con il motto: “Attraverso qualsiasi difficoltà” il 2° Reggimento Genio Guastatori di Trento che appartiene alla Brigata alpina Julia che si sta occupando tecnicamente dell'ordigno rivenuto a nord est della pista principale del vecchio aeroporto Dal Molin, dovrebbe rappresentare una certezza. 
La bomba: MK 2 di 4.000 libbre di fabbricazione inglese passerà attraverso le loro mani. Ai militari il compito del disinnesco, della messa in sicurezza e, quindi, del trasporto in un sito, che non è ancora stato individuato.
Una squadra composta da cinque o sei persone, alcune delle quali tornate dall'Afghanistan lo scorso settembre. Altri paesaggi, altri climi e, soprattutto, altri ordigni. «Gli ultimi militari sono rientrati dopo un'operazione durata sei mesi. Uomini preparati - spiega il comandante, il colonnello, Giovanni Fioretto - addestrati a ogni tipo di trappola esplosiva, e in quelle terre non si scherza. Si lavora in emergenza e gli ordigni non hanno nulla da spartire con le bombe della Seconda guerra mondiale, magari sono più piccole, ma in grado di provocare danni enormi come peraltro è accaduto. Non dobbiamo dimenticare i morti italiani e non solo».
«L'ordigno rinvenuto a Vicenza - riprende il comandante - è sicuramente importante: 1.800 chili non sono pochi e, sulla base delle segnalazioni che abbiamo raccolto, questa dovrebbe essere l'ultima delle bombe inglesi lanciate e rimaste inesplose. Indipendentemente dal fatto che i nostri artificieri abbiano lavorato in missioni all'estero credo che l'operazione si svolgerà tranquillamente, non vedo almeno allo stato attuale, pericoli. Certo, è necessario mettere in piedi una macchina organizzativa notevole che ha già mosso i primi passi ieri mattina con la messa in sicurezza dell'ordigno e con la sorveglianza 24 ore su 24».
Per ora ora non c'è ancora una data precisa prevista per il “Bomba day”, secondo le prime indiscrezioni ci vorranno almeno un paio di mesi per preparare tutte le procedure che prevedono lo sfollamento di 46 mila vicentini divisi tra i comuni di Vicenza, Monticello C. Otto, Caldogno, Dueville e Costabissara. 

Fonte:
http://www.ilgiornaledivicenza.it/stories/Home/586856_bomba_inesplosa_al_dal_molin_dallafghanistan_militari_artificieri_larea_pattugliata_continuamente/

Ordigni bellici sotto l’ex Dal Molin «122 bombe, caso unico in Italia»


Gian Maria Collicelli e Benedetta Centin
«In Italia mi risulta non si sia mai verificato un caso del genere». Federico Tapparello parla con cognizione di causa. Lui è il responsabile delle attività di bonifica bellica della ditta «Gap service srl». Ovvero l’azienda che, per conto del Comune, si è aggiudicata l’operazione di bonifica nel lato est dell’ex aeroporto Dal Molin. Quell’area, nei piani dell’amministrazione, dovrà diventare il futuro Parco della Pace, ma per ora si è trasformata in un vero e proprio campo minato. E il ritrovamento della bomba inglese da 1800 chili, nei giorni scorsi, ha elevato la situazione dell’ex «Dal Molin » a caso unico in Italia. Almeno secondo le esperienze della ditta padovana, attiva nel ramo delle bonifiche su tutto il territorio nazionale e anche in campo internazionale. «Che io ricordi - afferma Tapparello - non ci sono altri casi simili nel nostro Paese. Non che ritrovare delle bombe sia un fatto isolato, ma per il numero di ordigni venuti alla luce, per la loro dimensione e la loro posizione sul campo, questa è una situazione mai vista.
Di solito, bombe grandi come quella trovata in questi giorni sono isolate, mentre qui è circondata da altri ordigni». L’azienda ha iniziato la bonifica bellica alla fine dello scorso giugno e secondo le previsioni iniziali di Palazzo Trissino «al netto da importanti ritrovamenti in quattro mesi le operazioni saranno completate». Le sorprese, però, sono arrivate, eccome. «Ci aspettavamo di trovare bombe di produzione americana o inglese - spiega Tapparello - perché quelle erano le notizie sulla natura dei bombardamenti in zona che avevamo in mano». Poi la scoperta: 122 ordigni bellici risalenti alla seconda guerramondiale di svariate dimensioni e (molti) di fabbricazione italiana sono venuti alla luce nella parte est dell’ex scalo civile. «L’ipotesi che va per la maggiore tra gli artificieri - aggiunge il responsabile - è che l’aeroporto fosse stato trasformato in un campo minato come tentativo di autosabotaggio nel caso di presa da parte dei nemici». In mezzo agli ordigni disseminati dagli italiani, però, è spuntata pure la maxi-bomba da 1800 chili di esplosivo e quattromila libbre di peso, con tutta probabilità sganciata dagli aerei inglesi.
E dunque ora la situazione si complica: quella bomba è sorvegliata a tutte le ore attraverso turni organizzati «a scacchiera», per fare in modo che l’area dove insistono i residuati bellici sia off limits, affinché nessuno osi avvicinarsi e non si verifichino incursioni. Tutte le forze dell’ordine operanti sul territorio sono impegnate a «vegliare» costantemente sul futuro parco della Pace. Ciascuna secondo le sue possibilità e soprattutto risorse umane. Se polizia di Stato e carabinieri riescono infatti a garantire una pattuglia al giorno, diversamente è per la guardia di finanza, per il corpo forestale, la polizia locale e provinciale, che entrano in turno a giorni alternati, così come secondo un dettagliato calendario predisposto dalla stessa questura di Vicenza. Un ulteriore impegno che va necessariamente rispettato, e che deve convivere con i normali servizi predisposti sull’intero territorio. La bomba sarà fatta brillare nel parco, saranno utilizzate protezioni particolari come terrapieni oppure muri creati ad-hoc e per il bomba-day sarà necessario evacuare l’area in un raggio di tre chilometri. Il che significa 46 mila persone in cinque Comuni, comprese zone sensibili come la vicina base Usa Del Din e l’ospedale San Bortolo. Con tutta probabilità l’operazione verrà svolta il prossimo anno, ma una data precisa, ancora, non c’è, perché dipenderà dai tempi di completamento della bonifica bellica, eseguita finora solo per metà del futuro parco: «Non posso azzardare alcuna data - precisa Tapparello - perché non so quanti ordigni troveremo ancora».
Fonte:

venerdì 8 novembre 2013

Sabato 16 novembre presentazione “Schegge Assassine”


Sala Consiliare
c/o MUNICIPIO
Largo Marconi, 58 - Valenzano (BARI)

Ingresso in Sala:
dalle ore 18:30

Durata evento:
dalle ore 19:00 alle ore 20:30 circa
INGRESSO LIBERO

Con il Patrocinio gratuito di:
PROVINCIA DI BARI - Presidente della Provincia di Bari
COMUNE DI VALENZANO - Assessorato alle Politiche Giovanili
COMUNE DI VALENZANO - Assessorato alla Cultura

Ospiti:
Autorità civili, militari e religiose



ORGANIZZAZIONE GENERALE
Direzione Artistica:
Associazione Culturale APULIA SET

Introduce:
MICHELE FILIPPONIO 

Moderatrice:
ANTONELLA MARIANI (dottore di ricerca)

Incontri con gli Autori:
Venerdì 15 Novembre 2013
(autrice) APOLLONIA CASCARANO, Ispettrice della Guardia di Finanza 
(relatrice) PAMELA ANELLI, Assessore Politiche Giovanili
(intervento) ANTONIO LOMORO, Sindaco di Valenzano
(intervento) MICHELE DE VIVO, Assessore alla Cultura

Sabato 16 Novembre 2013

(autore) GIOVANNI LAFIRENZE, Assistente Tecnico B.C.M. (Bonifica Campi Minati)
(relatrice) FRANCESCA FERRI, Vicesindaco
(intervento) ANTONIO LOMORO, Sindaco di Valenzano
(intervento) MICHELE DE VIVO, Assessore alla Cultura

Gli artificieri della Taurinense disinnescano tre bombe a mano


Gli artificieri della brigata alpina Taurinense hanno neutralizzato in Valsusa tre bombe a mano Srcm modello 35, del tipo in dotazione al nostro esercito durante la Seconda guerra mondiale. Erano nascoste da oltre 70 anni in un’abitazione a Villar Focchiardo. A trovare i residuati bellici nascosti in un muro sono stati gli operai di una ditta impegnata in alcuni lavori di ristrutturazione.  Gli ordigni - ancora attivi e potenzialmente in grado di uccidere - erano simili a quello che lo scorso mese di marzo era esploso a Novalesa ferendo gravemente un ragazzo e lievemente altri due. Il team del 32° reggimento genio di Torino dopo aver messo in sicurezza l’area con l’aiuto dei carabinieri, ha fatto brillare le bombe. Da inizio anno i genieri della Taurinense - coordinati dal Comando delle forze di difesa Interregionale di Padova – hanno portato a termine oltre 130 interventi in tutto il Nordovest.  
Fonte:

Si butta in acqua per recuperare canna da pesca, scopre ordigno bellico attivo


Si butta in acqua per recuperare canna da pesca, scopre ordigno bellico attivo

OTRANTO - Un ordigno bellico, probabilmente residuo della Seconda guerra mondiale (come tanti ne esistono nelle acque del Mediterraneo), ritrovato ad Otranto e fatto brillare dagli uomini del nucleo Sdai (servizio difesa antimezzi insidiosi) della Marina militare nella mattinata. Si tratta di una mina di presunta fabbricazione tedesca, di forma sferica, del diametro di un metro, con spuntoni e ancora attiva. Tutto è iniziato lo scorso 3 novembre da un subacqueo professionista, un palombaro locale, Franco Muoio, nel tentativo di recuperare la canna da pesca di un diportista, all'altezza del terzo braccio del Molo San Nicola, nell'area portuale. L'uomo si è accorto del corpo metallico, presente ad una profondità di circa 11 metri, in un punto di transito di navi, ed ha avvertito subito l'Ufficio circondariale marittimo, che, su disposizione del comandante Gian Marco Miriello, ha provveduto alla messa in sicurezza dell'area con una delibera a tutela dell'incolumità di naviganti e allertando tutte le autorità competenti, a partire dalla Prefettura di Lecce. Due giorni dopo sono iniziate le operazioni dello Sdai, che ha dapprima visionato l'ordigno bellico. Successivamente il corpo metallico, quasi del tutto insabbiato, è stato ripulito, ma le condizioni non ottimali del mare hanno compromesso le operazioni, che sono state ultimate nella mattinata odierna, quando un mezzo della Guardia Costiera ha trasportato al largo la mina e l'ha fatta brillare in un fondale di circa 70-100 metri di profondità. Consistente il carico di esplosivo, contenuto all'interno.

Fonte:
http://otranto.lecceprima.it/recupero-ordigno-bellico-otranto.html

Ordigni bellici fatti esplodere a La Romita


LA ROMITA (TAVARNELLE) - Nei giorni scorsi a La Romita, piccola frazione del Comune di Tavarnelle, durante alcuni lavori pubblici è stato rinvenuto un vecchio ordigno bellico. lavori bloccati per giorni fino all'arrivo ieri, giovedì 7 novembre, degli artificieri. E della scoperta di ben cinque ordigni: nel video sopra i primi due fatti "brillare" il 7 novembre, gli altri tre sono stati fatti esplodere in sicurezza la mattina dell'8 novembre. Lo "sbalzo" che vedete nella ripresa è causato dallo scoppio e dallo spostamento dell'aria e del terreno.
Fonte:
http://www.gazzettinodelchianti.it/video/65/video-esplosione-romita-I.php#.Un0ZZvk2b1U

mercoledì 6 novembre 2013

Dal Molin, bomba da 1800 chili 46 mila persone da evacuare Variati chiede stato di emergenza


di Nicola Negrin
Una bomba del peso di 4 mila libbre pari a 1800 chilogrammi di esplosivo, dotata di tre spolette di cui due armate, è stata rinvenuta durante i lavori di bonifica bellica dell'ex aeroporto Dal Molin, destinato a diventare il grande parco della pace di Vicenza. Si tratta probabilmente della grande bomba inglese sganciata durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale e mai esplosa che ancora mancava all'appello dopo quella rinvenuta al cimitero maggiore nel 2001.
Per ragioni di sicurezza legate alla presenza nell'ex aeroporto di molte altre bombe di dimensioni minori, la maxi bomba sarà disinnescata soltanto quando tutti gli altri ordigni saranno stati individuati e fatti brillare. In occasione del disinnesco sarà necessario evacuare gli abitanti per un raggio che al momento è stato ipotizzato dagli esperti militari di 3 chilometri.
“Ciò significa - ha spiegato il sindaco Achille Variati alla presenza degli altri sindaci coinvolti e del capo di gabinetto della Prefettura di Vicenza Domenico Lione, avuta conferma dell'entità del rinvenimento nel corso della riunione di coordinamento che si è tenuta ieri in prefettura – che ora non c'è nessun pericolo per i cittadini, anche perché ho immediatamente chiesto e ottenuto dalla Prefettura la vigilanza 24 su 24 della zona, ma che quando sarà il momento dovremo sfollare 46 mila persone, di cui 38 mila residenti a Vicenza e 8 mila nei Comuni di Caldogno, Costabissara, Monticello Conte Otto e Dueville. Solo a Vicenza ci dovremo occupare di evacuare circa 6400 edifici tra i quali l'ospedale civile che conta 1050 posti letto e altre strutture di accoglienza per 1000 posti letto. Per questo motivo, insieme alla vigilanza h 24 ho chiesto tramite la prefettura che venga immediatamente attivata la procedura per ottenere la dichiarazione dello stato di emergenza da parte del consiglio dei ministri. Ho chiesto infine che venga assegnato un adeguato finanziamento straordinario, come già avvenne per il disinnesco del 2001,  per consentire la copertura dei costi fino al superamento dell'emergenza”.
Il maxi ordigno è stato trovato a tre metri e mezzo di profondità all'interno di un'area che rappresenta il 50 % dell'intero futuro parco dove sono già stati rinvenuti 122 ordigni di varie dimensioni, molti dei quali di fabbricazione italiana, posizionati a formare un campo minato pronto a saltare in caso di attacco dell'aeroporto. Tra questi ci sono anche bombe a frammentazione che non possono essere trasportate perché molto pericolose. Per questo motivo, prima di procedere al disinnesco della maxi bomba, è necessario neutralizzarle, così come bisogna completare la bonifica superficiale e profonda, cioè fino a 5 metri, del resto del parco, per scongiurare qualsiasi rischio di esplosione a catena.
Oltre agli edifici, tra cui alcuni molti di interesse storico artistico, nel raggio fissato dagli artificieri dovranno essere sgomberate tutte le strade, pari a circa 180 chilometri, interrotte le tre linee ferroviarie Milano – Venezia, Vicenza – Treviso e Vicenza Schio, sospesa la distribuzione di corrente elettrica e gas.
Se a Vicenza la popolazione coinvolta sarà pari a circa 38 mila persone, a Caldogno dovranno sfollare circa 6000 abitanti della zona da Lobbia e Cresole, a Costabissara circa 1500 delle zone Fornaci, Crispi, artigianale e industriale di Motta, a Monticello Conte Otto, in un'area dove peraltro ha sede una stazione di filtraggio dell'acquedotto di Padova, 500 persone; poche decine, infine, le abitazioni coinvolte nel Comune di Dueville. In occasione dell'evacuazione dell'aprile del 2001 erano state sfollate 77 mila persone. In quell'occasione il Comune di Vicenza aveva anticipato 1 miliardo e 400 milioni di lire. 

Fonte:
http://www.ilgiornaledivicenza.it/stories/dalla_home/586131_dal_molin_bomba_da_1800_chili_46_mila_persone_da_evacuare_variati_chiede_stato_di_emergenza/

Ordigno bellico di 300 chili trovato a Giannutri


Una bomba, residuato bellico di circa 300 chili, è stata trovata dalla Guardia costiera alla profondità di circa 40 metri a cala Spalmatoio di Giannutri. Il residuato bellico è considerato pericoloso e le autorità hanno vietato, per poter fare le operazioni di recupero e messa in sicurezza, il divieto assoluto di transito nello specchio acqueo nel giro di 150 metri.
Fonte:
  http://iltirreno.gelocal.it/grosseto/cronaca/2013/11/06/news/ordigno-bellico-di-300-chili-trovato-a-giannutri-1.8064449

Ordigni bellici infilati in un secchio e scordati da mesi nel mezzo di uno dei campetti di calcio, ormai abbandonati, di Contrada Re di Coppe a Lanciano. Le bombe, fotografate dai residenti, si trovano in un contenitore di plastica bianca che, da lungo tempo, troneggia nel mezzo di uno dei campetti da gioco, sommersi da erbacce e sterpaglie.L'area secondo quanto riferisce Abruzzolive in un servizio di stamani, e' stata delimitata, parecchio tempo fa, dai vigili urbani, con del nastro bianco e rosso e un cartello che recita "Vietato l'accesso a persone e mezzi non autorizzati", poi piu' nulla.Sono passate stagioni e gli ordigni sono rimasti li', dimenticati, in una zona molto frequentata, a ridosso della strada principale della contrada e di alcune case, che stanno a poche decine di metri. Nessuno e' intervenuto, nonostante le sollecitazioni degli abitanti. L'auspicio e' di far arrivare gli artificieri e procedere alla bonifica.
Fonte:

lunedì 4 novembre 2013

Ordigno bellico spunta dal terreno a Carmignano


Tra i cespugli trova un ordigno bellico risalente al secondo conflitto mondiale. L'allarme è scattato ieri mattina da un residente di via Borghi, a Carmignano di Brenta. L'uomo stava passeggiando come ogni mattina lungo il ruscello, quando si è imbattuto in un proiettile della lunghezza di 20 centimetri e del diametro di sei. L'ordigno si presentava in buono stato di conservazione. Sul posto è arrivata una pattuglia dei carabinieri di Carmignano che, per questioni di sicurezza, ha delimitato l'area con del nastro bianco e rosso, in attesa che intervengano sul posto gli artificieri per decidere se far brillare il proiettile sul posto o trasferirlo altrove. (s.b.)
Fonte:

domenica 3 novembre 2013

Ritrovata bomba della II Guerra Mondiale: evacuati in 20mila


Domenica piuttosto insolita per i cittadini di Dortmund, nella Germania settentrionale, costretti ad abbandonare le proprie abitazioni a causa del ritrovamento di un ordigno bellico di circa 2000 chili. Si tratta di un ordigno lanciato sulla città dalle forze alleate durante un bombardamento nel corso delle fasi conclusive della seconda Guerra Mondiale, rimasto inesploso all'impatto con il suolo e probabilmente celato da successivi lavori di ricostruzione. Le autorità hanno ritenuto opportuno evacuare un'area ben più ampia rispetto a quella di una potenziale esplosione, come ulteriore misura cautelare rispetto alle solite procedure. Gli artificieri sono al lavoro da questa mattina e secondo le prime proiezioni i lavori proseguiranno fino al tardo pomeriggio. A quanto si apprende, dunque, le famiglie potranno rientrare nelle loro abitazioni solo nella tarda serata, a ordigno disinnescato ed area messa in sicurezza. Prevista poi una successiva ricognizione nell'area interessata dal bombardamento, per scongiurare la presenza di altri residuati bellici potenzialmente pericolosi.
Fonte:
http://www.fanpage.it/ritrovata-bomba-della-ii-guerra-mondiale-evacuati-in-20mila/