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sabato 22 marzo 2014

L’Isontino, una terra di bombe ogni giorno un rinvenimento


di Stefano Bizzi
Più di un ordigno inesploso al giorno. A un secolo dallo scoppio della Prima guerra mondiale i residuati bellici continuano ad emergere dai terreni del Carso, del Calvario e della pianura isontina in generale.
Nel 2013 gli artificieri del Terzo reggimento Genio guastatori di Udine hanno neutralizzati oltre 400 ordigni nella sola provincia di Gorizia. Lo scorso anno gli interventi programmati per far brillare il materiale bellico inesploso sono stati 50; di questi 35 hanno riguardato l’Alto Isontino e 15 il Monfalconese. Non tutti gli ordigni sono di grandi dimensioni e nonostante il trend statistico, con il passare degli anni, sia necessariamente indirizzato verso il basso, i numeri rimangono comunque significativi e richiedono una riflessione spingendo tutti alla cautela. In tempo di pace, la soglia di attenzione verso questo tipo di problema si è ovviamente abbassata. Le nuove generazioni forse conoscono i reali rischi che si potrebbero correre maneggiando un certo tipo di materiali, ma nel 90% dei casi non lo saprebbero riconoscere. La questione però è stata rimossa anche dalle precedenti generazioni.
La gran parte del materiale esplosivo rimasto in superficie è stato “rastrellato” dai cosidetti “recuperanti” (coloro che dopo la guarra raccoglievano il ferro per rivenderlo), ma come sanno bene gli addetti agli scavi edili ed industriali, a qualche metro dalla superficie si possono trovare ancora molte bombe inesplose. Durante la Prima guerra mondiale i meccanismi d’innesto erano ancora rudimentali e un’alta percentuale di ordigni non deflagrava. Dove il terreno era più morbido, bombe e granate si inabissavano nel terreno e lì sono rimaste per tutto questo tempo. Il pericolo di imbattersi in una bomba è dunque sempre in agguato. A prescindere dalle dimensioni, prima di raccogliere qulsiasi oggetto - soprattutto sul Carso o nella zona di Oslavia, del Calvario e del Sabotino - è dunque opportuno valutare bene la situazione.
Al di là del rischio per la propria incolumità fisica, tenere in casa un ordigno non inertizzato costituisce reato e prevede l’arresto per il detentore. In caso di ritrovamenti si devono quindi avvisare immediatamente le forze dell’ordine. La prefettura contatterà a sua volta il Comando Forze difesa Nord di Padova che manderà i militari del Terzo guastatori per prendere in consegna il materiale. Tra i compiti del personale Eod (Explosive ordinance disposal) inquadrato all’interno della Brigata di cavalleria “Pozzuolo del Friuli” non ci sono solo quelli operativi nei teatri internazionali dove è impegnata l’Italia, in patria gli artificieri guidati dal tenente colonnello Stefano Venuti sono chiamati infatti a svolgere attività anche a favore della popolazione civile. Sono stati loro, ad esempio, nell’estate del 2011 a rimuovere e a far brillare la granata d’artiglieria della Prima guerra mondiale ritrovata nel corso dei lavori di trasformazione in autostrada della Gorizia-Villesse. Approfittando del cantiere stradale, la bomba era stata sistemata in una buca scavata all’interno della rotonda di Sant’Andrea e ricoperta con 80 metri cubi di terra. In caso di deflagrazione le scegge avrebbero potuto potenzialmente raggiungere una distanza di 900 metri. In via precauzionale allora venne ordinata l’evacuazione per una parte degli abitanti dei quartieri di Sant’Andrea e di Sant’Anna. In molti temevano per i vetri delle finestre, tuttavia, l’esplosione controllata fu da manuale: lo spostamento d’aria fu minimo e non ci fu alcun problema per nessuno.
Nel 2013, tra le province del Friuli Venezia Giulia e quelle di Treviso e Venezia, gli artificieri del Terzo genio guastatori hanno effettuato nel complesso 462 interventi, segno evidente che la questione non è circoscritta al solo Isontino. Nei primi mesi di quest’anno le operazioni programmate sono state già una quarantina. Gli ordigni più pericolosi sono quelli con caricamenti speciali (gas o agenti chimici urticanti). Le reazioni chimiche potrebbero aver indebolito gli involucri di metallo e il loro spostamento potrebbe rivelarsi insidioso per il personale operante per questo il tragitto tra il luogo del rinvenimento e quello del brillamento deve essere il più breve possibile.
Fonte:
http://ilpiccolo.gelocal.it/cronaca/2014/03/22/news/l-isontino-una-terra-di-bombe-ogni-giorno-un-rinvenimento-1.8895798
Foto: Il piccolo

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