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mercoledì 15 ottobre 2014

Stele recuperata e restaurata Giustizia per gli artificieri


Un atto di giustizia è sempre una boccata d’ossigeno. Se poi il merito è anche della Gazzetta di Mantova, dà ancora più soddisfazione. Il prossimo 26 ottobre, nei giardinetti di via San Giorgio, verrà inaugurata la stele che l’esercito aveva dedicato agli artificieri morti dopo la guerra e che giaceva nell’area di San Nicolò, l’ex cimitero ebraico, in stato di degrado. Era stata la Gazzetta, nel 2010, a segnalarne la presenza, nell’ambito di un ampio servizio sull’ex cimitero ebraico. Loredana Borelli, viste le fotografie, aveva riconosciuto il nome del padre, Enrico, e aveva telefonato al giornale chiedendo che le istituzioni facessero qualcosa per ripristinare un monumento alla memoria. Ci sono voluti quattro anni ma ora i nomi dei sette artificieri non saranno più soltanto macchie su una pietra dimenticata fra gli arbusti. «Sono molto felice - spiega Loredana Borelli - Finalmente c’è giustizia». I quattro anni sono passati fra burocrazia varia ma, ora, la stele è in posizione anche se necessita degli ultimissimi lavori per essere considerata “compatibile” dalla sovrintendenza. Enrico Borelli era nato a Mantova nel 1909 e morì il 4 maggio del 1946 mentre sminava un campo a Poggio Rusco. Alcuni anni dopo l’esercito fece costruire un monumento commemorativo. Per anni le figlie hanno potuto rendere omaggio al padre, ospiti del presidio militare. Poi, con la chiusura del campo, più nulla. Proprio la situazione che la Gazzetta ha documentato nel 2010 a margine della riscoperta di quello che fu il cimitero degli ebrei fra il 1442 ed il 1786. «Chiedo un atto di giustizia - spiegò allora la figlia di Borelli -. Vorrei che la stele in ricordo degli artificieri, fra cui mio padre, fosse ripulita ed esposta in un luogo aperto. La memoria non va dispersa». Non è stato facile. Intanto l’ex cimitero ebraico, che è anche ex arsenale asburgico e napoleonico, ex campo di concentramento tedesco, ex campo di prigionia gestito dagli americani ed ex presidio militare del nostro esercito, oggi è chiuso a chiave. Inaccessibile perché considerato ancora area militare. Una specie di terra di nessuno, nei fatti, che avrebbe tutte le caratteristiche per diventare importante per la città. «C’è voluta tanta pazienza - spiega il presidente del consiglio comunale, Giuliano Longfils, che in questi anni si è fatto carico più di ogni altro del problema della ricollocazione della stele -. A questo punto, però, possiamo dire che mancano solo gli ultimi ritocchi chiesti dalla sovrintendenza. Poi potremo scoprire la stele». (e.c.) Fonte: http://gazzettadimantova.gelocal.it/tempo-libero/2014/10/14/news/stele-recuperata-e-restaurata-giustizia-per-gli-artificieri-1.10120148
gazzettadimantova.gelocal.it

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