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sabato 7 febbraio 2015

Torino scopre un altro rifugio antiaereo


di Erika Guerra

Torino è famosa per la sua dimensione sotterranea. Fin dal Settecento, gallerie e tunnel sono stati sia importanti alleati in battaglia sia teatro di intrighi e incontri clandestini. Durante la Seconda guerra mondiale, però, la città ha dovuto dotarsi di strutture sotterranee dedicate a ben altro scopo. Gli effetti devastanti dei bombardamenti sulle città, infatti,  avevano reso necessaria la messa in atto di un’ulteriore misura di protezione della popolazione civile: la costruzione dei rifugi antiaerei. Questi progetti, nonostante le difficoltà create dalla guerra,
vennero portati a termine a tempo di record: la loro costruzione iniziò nel 1942 e nel giro di un anno vennero ultimati ben 47 rifugi, capaci di contenere un terzo dei torinesi rimasti in città. Oggi sono un importante veicolo di trasmissione della storia cittadina e italiana legata al secondo conflitto mondiale e per esempio tra quelli visitabili si possono ricordare il rifugio di Mirafiori e il rifugio di Piazza Risorgimento, riaperto solo un anno fa e parte del Museo diffuso della Resistenza, della deportazione, della guerra, dei diritti e della libertà. Vista la quantità di persone che durante i bombardamenti andava a rifugiarsi in questi luoghi sparsi per tutta la città,  non stupisce che ancora oggi si ritrovino dei rifugi intatti risalenti a quel periodo. Uno è proprio stato scoperto a fine gennaio durante i lavori di Terna Rete Italia sulla rete elettrica di Torino. Il rifugio, tra via Paesana e corso Peschiera, si trova a 10 metri di profondità dove sorgeva la ditta Spa Automobilistica, probabilmente per dare riparo ai suoi dipendenti. Al tempo non era inusuale che i rifugi venissero costruiti vicino alle aziende: anche quello scoperto nel giugno dell’anno scorso in piazza Marmolada si trova dove un tempo c’era la sede della Materferro, una delle tante ditte che ruotava intorno alla Fiat. Durante la guerra era di fondamentale importanza distruggere la capacità produttiva del nemico, per questo le aziende erano dei possibili obbiettivi militari, cosa che sicuramente non faceva che aumentare il senso di insicurezza e pericolo che la popolazione viveva già in quegli anni e il rischio corso da chi era rimasto a Torino per il bisogno di continuare a lavorare. Il rifugio di corso Peschiera è stato presentato in una mostra all’interno della scuola elementare Santorre di Santarosa, e ci auguriamo che possa entrare tra i luoghi della memoria della storia di Torino. Fonte: http://www.mole24.it/2015/02/06/torino-scopre-un-altro-rifugio-antiaereo/
mole24.it

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