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biografiadiunabomba

martedì 3 marzo 2015

Merito, dignità e rispetto


Quando nel 1983 iniziava la mia avventura nel mondo della bonifica bellica comprendevo subito, forse prima di subito, quanto la professione era particolarmente selettiva. A quei tempi far parte del mondo BCM non era semplice, era certamente indispensabile possedere idoneità psichiche fisiche, ma soprattutto era fondamentale rispettare la dignità propria, dei colleghi e di tutti. Per conquistare brevetti era tra l’altro obbligatorio dimostrare le qualità citate ai propri superiori (capi cantieri, assistenti, etc). Ma non solo, infatti ricordo d’essere stato pronto per il corso da rastrellatore quando ormai tutti i futuri colleghi già iniziavano ad essere d’accordo nel ritenermi tale. Erano gli anni 83/90 e chi non rispettava regole morali scritte o non scritte era fuori o peggio licenziato. In buona sostanza a quei tempi la bonifica bellica esigeva professionalità e morale. Eravamo i tecnici delle bombe, perciò i nostri capi esigevano una forma mentis inattaccabile da qualsiasi impulso esterno. Non erano semplici gli anni 80: delinquenza, bande terroristiche e quant’altro. Noi ad ogni domanda proveniente dall’esterno si rispondeva, per esempio: <<lavoro alle poste>> o << alla Sip>>. Mai, dico mai avrei assistito o sentito dire che il collega tal dei tali avrebbe ceduto un pezzo d’artiglieria ad un malavitoso. Ma quella bonifica che esiste e persiste nella mia mente, forse oggi non esiste più o è merce rara. Infatti oggi, merito, morale e dignità non rappresentano più le basi necessarie per intraprendere una carriera tanto “sensibile”, ma è sufficiente conoscere, essere il nipote, l’amico o cognato di un personaggio influente, certo in moltissimi casi abbiamo trovato personaggi poi rivelatisi grandi professionisti, potrei citare numerosi esempi, in altri casi forse è accaduto il contrario. Tutto questo “evolversi” avrebbe contribuito a distruggere parte di un settore già in balia della propria follia. Bonifiche vendute a prezzi da saldi di fine stagione, poi la crisi europea, italiana compiono tutto il resto. Ieri la notizia di un uomo Bcm che all’insaputa del datore di lavoro sarebbe stato fermato perché in possesso di un 149mm, gli inquirenti per via delle indagini ad oggi non ancora concluse ipotizzano possa trattarsi di un residuato bellico destinato a terza persona collegata con esponenti malavitosi. Personalmente non ci credo, non devo crederci, anzi piacerebbe immaginare  una semplice ingenuità dell’uomo che oltretutto conosco benissimo, tuttavia questa storia in sintesi altro non è che la prova provata che per risanare un mondo (BCM) che tanto ha dato alla società a tutti bisognerebbe guardare meno ai gradi di parentela e ricominciare a parlare di merito, dignità e rispetto.       

Giovanni Lafirenze

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